FINESTRE SULLA STORIA – Rocca Brivio Sforza

Veduta dell’entrata monumentale della Rocca

Uno dei gioielli di Milano città metropolitana, Rocca Brivio Sforza si trova lungo la vecchia via che portava dal capoluogo a Lodi, oggi nel comune di S. Giuliano Milanese sulle rive del fiume Lambro. Durante i suoi mille anni di storia, si è resa protagonista di eventi molto importanti per il nostro paese, essendo situata in una zona strategica dal punto di vista militare e politico-territoriale.

La sua epopea inizia nel lontano Medioevo, quando sorse come fortezza difensiva sulla strada da Milano a Lodi, diventando un luogo centrale soprattutto durante le guerre tra i Comuni del nord Italia e l’Imperatore Federico I Barbarossa nel XII secolo. Le due città erano in lotta anche prima dell’avvento dello Svevo, in un periodo in cui erano continui gli scontri tra queste realtà che cercavano di estendere ad altre il proprio dominio. Lodi, infatti, venne distrutta dai milanesi nel 1111 e venne impedito al comune di essere ricostruito, disperdendo gli abitanti. Si dovrà attendere l’arrivo del Barbarossa il 3 agosto 1158 perché la città venga ricostruita più a est della precedente, sul fiume Adda. Durante le guerre tra comuni e impero, proprio la strada tra la nuova città e l’ostile Milano fu teatro delle fasi più concitate, dove la Rocca fu il baluardo difensivo costruito dai meneghini a guardia del confine sud sul Lambro.

Francesco I carica gli svizzeri – Miniatura di Noël Bellemare, 1529

Dopo la fine delle ostilità, il territorio circostante la Rocca ha una storia oscura, in cui forse ci furono passaggi di proprietà tra un comune e un altro, fino a che tra la fine del Duecento e inizio del Trecento, tutta la zona da S. Donato a Melegnano cadde in possesso della nobile famiglia guelfa dei Brivio. Sappiamo che all’inizio del Duecento le venne assegnata una chiesa, detta Sancta Maria ad Rocham Meregnani e che poi da Milano divenne proprietà del monastero di Calvenzano che la cedette ai Brivio in enfiteusi perpetua.

Chi erano costoro? L’origine della famiglia si pensa derivi da un nobile longobardo vissuto intorno al 960 di nome Alcherio di Airuno, ma il primo personaggio storicamente documentato fu Guglielmo, che risiedeva nel 1251 nel castello di Brivio, dal quale probabilmente prese il nome. La famiglia riuscì ad inserirsi nelle vicende più importanti del Ducato di Milano, prima con i Visconti e poi con gli Sforza, di cui furono assidui sostenitori anche dopo l’arrivo dei francesi. In particolare con Francesco Brivio, che ottenne cariche prestigiose dai Duchi, il cui padre sposò Antonia Gallerani, sorella di Cecilia Gallerani (alias “Dama con l’ermellino”). Fu probabilmente la fedeltà dimostrata dalla casata, a permettere ai Brivio di aggiungere al loro nome quello degli Sforza.

Dopo la caduta dei Signori di Milano a causa dell’arrivo dei francesi a fine ‘400, la Rocca sarà protagonista di una delle battaglie più sanguinose dell’Italia di inizio Cinquecento: la cosiddetta “Battaglia dei Giganti” o di Marignano (antico nome di Melegnano). La guerra iniziò a causa delle pretese dinastiche di Francesco I re di Francia sul Ducato alle quali si contrappose Massimiliano Sforza, desideroso di governare ancora sulla città e sui domini che furono della sua famiglia. Le ostilità si aprirono quando il sovrano giunse il 12 settembre 1515 a San Giuliano e fece terra bruciata di tutte le case che incontrò sul suo cammino, stabilendosi come quartier generale nella cascina di Santa Brera e sfruttando la Rocca come baluardo difensivo. Contro di lui, Milano utilizzò l’esercito svizzero, un battaglione formato da circa 21.000 fanti, mentre secondo le stime, l’esercito francese aveva circa 40.000 uomini tra cavalieri e fanti.

Francesco I in un dipinto del XIX secolo di Alexandre Fragonard

Lo scontro iniziò il 14 settembre quando gli svizzeri lasciarono Milano alla volta di San Giuliano, cercando di prendere il nemico di sorpresa, ma vennero scoperti dalle sentinelle francesi. Si avviò il primo giorno di battaglia che vide gli svizzeri riportare la vittoria, quasi sbaragliando le truppe del re, che rischiò di essere catturato. All’alba del giorno seguente riprese in maniera più violenta, con la carica dei picchieri svizzeri contro i cannoni francesi, che iniziarono a mietere molte vittime tra le fila avversarie, ma nonostante questo le truppe di Milano stavano per ottenere la vittoria. Proprio quando si stava mettendo male per i francesi, al grido di “San Marco, San Marco”, alle spalle dei meneghini arriva l’esercito veneziano, che inesorabilmente ribalta le sorti dello scontro, favorendo il trionfo di Francesco I. La battaglia si concluse con più di 12.000 vittime e venne chiamata proprio “battaglia dei Giganti”, per il commento del comandante italiano Trivulzio alla vista dei caduti sul campo di battaglia:

“…Non di uomini ma di giganti…”

Riferito ai soldati che si fronteggiarono negli scontri.

Sempre nel XVI secolo la Rocca ospita a più riprese il Cardinale Carlo Borromeo, uno dei protagonisti del Concilio di Trento e della Controriforma cattolica, il cui zio verrà eletto papa col nome di Pio IV.

Nel secolo seguente si ha la svolta stilistica dell’intero complesso, quando Luigi Brivio intorno al 1680 farà abbattere la vecchia struttura ed erigere l’attuale in mattoni, trasformandola in una residenza signorile, mantenendo comunque il nome di “Rocca”. Non si conosce l’architetto che la progettò, ma a quest’epoca risale la facciata, mentre la parte sud fu completata verso la fine dell’800. Dell’edificio faceva parte anche un oratorio, ma era lontano dal co

Veduta dell’accesso al cortile

rpo principale, così il marchese Brivio lo fece abbattere e ricostruire all’interno in chiave “moderna” nel 1709, riccamente arredato e con un altare in marmo. In una stanza della Rocca, dove dimorò il sopracitato Cardinal Borromeo, erano ancora presenti un inginocchiatoio e una cassapanca foderata in velluto, dove vi riponeva gli abiti.

La struttura in stile barocco, si presenta quindi a forma di “L” con mattoni a vista, dove l’ingresso nel lato maggiore è segnato dal portale in ferro battuto molto elaborato con arabeschi, opera di un anonimo maestro di Melegnano del Settecento, con le aree periferiche che si affacciano sul retro in un cortile chiuso da portici, su cui si apre una loggia a tre arcate che porta ad un altro giardino, mentre a nord-ovest è situata la cappella gentilizia, unica parte della Rocca a presentare decorazioni interne.

Rocca Brivio per la sua posizione strategica, fu protagonista anche durante le guerre d’indipendenza italiane, divenendo teatro insieme al territorio di Melegnano, della battaglia tra austriaci e franco-piemontesi nella seconda guerra. Si scontrarono le truppe dell’imperatore Napoleone III e di Vittorio Emanuele II contro gli austriaci di Francesco Giuseppe. L’accordo tra francesi e piemontesi era liberare la zona dalle truppe austro- ungariche e in caso di vittoria, il regno lombardo-veneto sarebbe passato al Piemonte, mentre in cambio la Corsica e la Savoia sarebbe finite alla Francia. Lo scontro avvenne nel giugno del 1859, quando nel tentativo di resistere, gli austriaci si asserragliarono proprio a Rocca Brivio. La potenza dei nemici

Veduta interni

era tale, che furono costretti a ritirarsi sia da qui che da Milano prima dell’ingresso ufficiale dei due sovrani in città, a seguito della vittoria, dove venne proclamata l’indipendenza del regno lombardo-veneto.

Fu una delle battaglie che spianò la strada all’unificazione d’Italia avvenuta due anni dopo nel 1861.

A seguito della battaglia, Napoleone III fu un altro degli illustri ospiti della Rocca, al quale il marchese Giacomo Brivio, sindaco di San Giuliano dal 1875 al 1882, dedicò un arco trionfale in pietra nel cortile, che arricchì il patrimonio di personaggi importanti della sala d’onore, insieme ai busti di Camillo Benso Conte di Cavour, di Pio IX e i ritratti di Napoleone Bonaparte e Napoleone III, con due tricolori del 1848.

La Rocca ancora sarà protagonista durante la seconda guerra mondiale, quando diverrà nel 1944 e 1945 un presidio tedesco, chiamato “Stab-Kobold”, che serviva da base per il rifornimento delle truppe.

L’epopea della Rocca però non si concluse con la fine della guerra, ma quest’anno sarà di nuovo al centro della storia d’Italia, in quanto ospiterà uno dei grandi eventi dedicati al sette centenario della morte del Sommo Poeta Dante Alighieri. L’evento sarà una grandissima mostra d’arte contemporanea voluta e organizzata dal noto Storico e Critico d’Arte Internazionale Dott. Prof. Giorgio Gregorio Grasso, e che prenderà avvio dal 10 luglio. Racchiusa dalle storiche mura, presenterà 333 artisti da lui selezionati, che hanno rappresentato altrettante terzine della Divina Commedia, opere che vanno a completare il ciclo di iniziative dedicate a Dante, inserite in un prezioso volume di lusso illustrato curato anch’esso dal critico, con lo scopo di far comprendere il poema a tutti attraverso le immagini.

Deborah Scarpato

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